Una sintesi dell’Appello dei Socialisti del NO alla Sinistra che sbaglia (votando Sì)
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La contro-riforma di Renzi-Boschi: “Torniamo allo Statuto”?
Lo Stato unitario ha avuto due Carte costituzionali: dal 1861 al 1946 lo Statuto Albertino e dal 1947 al 2016 la Costituzione repubblicana.
Lo Statuto Albertino nasce per concessione del Sovrano ed è una costituzione flessibile (flessibile perché può essere modificata con legge ordinaria).
La semplificazione del processo di revisione costituzionale apre la strada a modifiche costituzionali (sia nella parte relativa ai principi fondamentali sia in quella che disegna l’ordinamento istituzionale) da parte di maggioranze parlamentari senza maggioranza elettorale.
Con la flessibilità è possibile cambiare la forma di Stato democratico in regime autoritario senza il consenso della maggioranza degli elettori. Con lo Statuto Albertino morì lo Stato liberal-democratico e si impose il fascismo.
La Carta repubblicana è una Costituzione rigida.
E’ rigida perché è modificabile attraverso un lungo processo democratico, diretto e indiretto, posto a garanzia dei diritti politici, civili e sociali della comunità).
La rigidità rende difficile la reversibilità delle scelte democratiche.
La contro-riforma di Renzi-Boschi accelera e rende irreversibile l’effetto disastroso della erosione del principio di rigidità costituzionale (principio presente in tutte le costituzioni degli Stati moderni), perché si rifiuta di affrontare, anzi esaspera, il tema delle conseguenze prodotte dalle leggi elettorali maggioritarie su le garanzie di revisione costituzionale, e perché subisce passivamente le devastanti invasioni di campo del vincolo estero nel tessuto unitario della Carta costituzionale tra prima e seconda parte.
Inoltre, la contro-riforma di Renzi-Boschi si muove nel solco insidioso del populismo di Stato: il disprezzo per i partiti, l’alto costo della politica, la superiorità dell’invisibilità del potere di fronte ai “tempi lunghi” –così spregiativamente definiti- della partecipazione democratica.
La proposta riformatrice: un governo di scopo
Dopo la vittoria del NO si dovrà convocare una Assemblea Costituente che deve affrontare i temi cruciali del nostro tempo.
1-Cessione di sovranità nazionali in un nuovo federalismo europeo dei popoli, senza distruggere storia, cultura e religioni.
2-Difesa dei principi fondamentali della nostra Costituzione senza confliggere con i doveri di solidarietà sovranazionali.
3-Riequilibrare gli strumenti di democrazia diretta con quelli della rappresentanza.
Durante il periodo compreso tra la vittoria del NO e sino all’entrata in vigore della vera riforma costituzionale, il Parlamento potrà rivedere i suoi regolamenti per una semplificazione del processo legislativo e dovrà al più presto varare una legge ordinaria che disponga il referendum consultivo di indirizzo per il governo su tutte le disposizioni comunitarie europee che incidono sui principi costituzionali scritti nella prima parte della Carta Costituzionale.
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