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Referendum: un voto menomato. di Angelo Sollazzo

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Ci troviamo di fronte a decisioni che lasciano interdetti, come quella della Corte Costituzionale che respinge il ricorso dell’Avv. Sen. Besostri sulla election-day, e quella che vede la politica portarci ad un voto in una situazione assolutamente carente di democrazia che compromette gli equilibri costituzionali.
A parte la disparità di rappresentanza tra Regioni con meno popolazione e quelle più grandi, diventa assurdo impedire ad intere aree del Paese di avere la giusta rappresentanza nelle Camere e consentendo ai capi-partito di eleggere un Parlamento di fedelissimi, anche in assenza del voto di preferenza. Insomma un Parlamento che non conterà più nulla e tutto sarà deciso dalle segreterie dei partiti, in barba al controllo democratico.
L’articolo 48 della Costituzione recita che il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Ora vi sono circa cinque milioni e mezzo di cittadini italiani che vivono all’estero e che in gran parte non potranno esprimere il loro voto referendario.
Sicuramente non sarà consentita alcuna campagna elettorale, causa la gravità della pandemia che ha colpito gran parte dei Paesi di accoglimento dei nostri connazionali, sarà anche impedita la espressione di voto per motivi organizzativi, come sempre successo per il voto politico nazionale, non si potrà votare per il rinnovo dei Consigli Regionali, in quanto sempre a causa Covid 19, non potranno rientrare in patria e che, con il sistema della legge per il voto degli italiani all’estero, legge chiaramente incostituzionale, non si potrà votare per corrispondenza ma solo rientrando in Italia.
Insomma per milioni di Italiani il voto non sarà né libero, né uguale.
Sempre che non si abbia una recrudescenza del contagio anche in Italia, ed allora il voto sarà solo per pochi intimi.
Non voler rinviare le elezioni costituisce un atto di arroganza e di tracotanza verso le forme di rappresentanza democratica.
La sinistra batta un colpo. Ma quale? Il PD sta divenendo una forza centrista e protesa solo al potere. Altri sono ben poca cosa.
Il PSI oggi compie 128 anni, primo partito dei lavoratori in Italia, deve essere saldamente ancorato a sinistra e lavorare per ricostruire la casa comune di tutti i socialisti dispersi nella galassia di associazioni e circoli che si onorano di essere socialisti. Certo contano poco. Ma almeno si fanno sentire.

Angelo Sollazzo