Voto
Le vere intenzioni del governo nella riforma costituzionale, di Vincenzo Russo
.
Udite, udite le vere intenzioni del governo per la voce di Maria Elena Boschi, ministro dei rapporti con il Parlamento, che a torto o a ragione viene considerata vice-premier. A proposito della riforma costituzionale, ieri sera ha detto letteralmente: ” vogliamo ridurre i poteri delle regioni per semplificare la vita dei cittadini”. E’ questa la concezione della democrazia della Boschi e probabilmente anche del premier. Le regioni, il decentramento il federalismo non implementano la democrazia ma complicano la vita dei cittadini. E a complicarla sono proprio le regioni non il governo centrale che costringe un Parlamento di nominati e, per giunta, eletti con una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale ad approvare leggi kilometriche incomprensibili ai più. Ma la Boschi non si rende conto che se si ridicono i poteri delle regioni e, conseguentemente, quelli dei comuni che insistono sul territorio delle stesse, alla fine si riducono i poteri dei cittadini. Non si rende conto che se si eliminano – si fa per dire – le province e si trasformano in aree metropolitane dov’è i dirigenti sono sempre i sindaci o politici non scelti direttamente dai cittadini, si annulla o si riduce la rappresentanza dei cittadini. Ma la Boschi e il governo dicono che, in questo modo, si riduce il costo della politica, alias, si riducono le poltrone. Argomento di un certo effetto ma sempre ingannevole. Perché i costi della politica non si riducono tagliando solo le poltrone ma verificando l’efficienza e l’efficacia delle funzioni svolte. Se fosse vera la premessa del ragionamento del governo, bisognerebbe abolire la Camera dei deputati e ogni organismo collegiale e affidare tutte le decisioni ad un solo uomo, all’Uomo della Provvidenza. Questa sì che sarebbe vera semplificazione. Ma il massimo di semplificazione distrugge la democrazia in una società moderna e complessa. Forse bisogna spiegare alla Boschi che riducendo le sedi di partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche, si riduce la democrazia, si conculcano i diritti dei cittadini, si scivola inesorabilmente verso la dittatura. Nel merito la costituzione del 1948 prevede un c.d. Stato regionale, qualcosa di molto diverso da quello centralizzato, come era stato il regime fascista, qualcosa di molto vicino allo stato federale. Per oltre 20 anni il parlamento italiano ha approvato leggi rubricate come provvedimenti mirati ad introdurre e attuare schemi federalisti. Adesso scopriamo che non solo non vogliamo più il federalismo ma non vogliamo neanche lo Stato regionale. La riprova è che nella riforma costituzionale che stiamo valutando il senato che rimane non è un senato federale, non è un senato delle regioni ma delle autonomie perché ci sono anche i sindaci e i Comuni hanno solo autonomia amministrativa. Renzi, che è stato sindaco per due mandati, abrogando le imposte di tipo patrimoniale sulla prima casa ha ridotto l’autonomia tributaria dei Comuni ma ora fa partecipare alcuni sindaci al processo legislativo e può quindi vantarsi di avere valorizzato il loro ruolo.
Vincenzo Russo
articolo tratto dal sito http://enzorusso2020.blog.tiscali.it/2016/09/05/le-vere-intenzioni-del-governo-nella-riforma-costituzionale/?doing_wp_cron
Il popolo italiano e i suoi diritti, di Alberto Benzoni
.
Con Renzi abbiamo conquistato, anzi ci è stato erogato un nuovo diritto: quello di sapere, la sera stessa delle elezioni, chi ha vinto.
Nuovo, forse. Importante, non si sa bene perchè. Comunque, meno importante di altri che ci sono stati tolti per la loro asserita inutilità. Quello di votare: perchè per le province, per gli enti intermedi,
per il senato, questo diritto ci è stato già tolto. Quello di difenderci dalla devastazione ambientale: perchè, con lo sblocca Italia, quasi tutto sarà permesso. Quello di difendere collettivamente gli interessi dei lavoratori: perchè ci si confronterà a livello aziendale e vinca il migliore.
Quello di avere uno stato che ci difenda: perchè si continua a demolirne il ruolo e l’autorità. Quello di controllare l’attività dell’esecutivo: perchè avremo una Corte costituzionale a sua immagine e
somiglianza. Quello di vedere rispettata la nostra opposizione: perchè questo esercizio verrà considerato inutile e dannoso, per non dire antiitaliano. Quello di avere un governo, frutto di scelte largamente condivise: perchè vivremo in una democrazia in cui tutto il potere apparterrà ad una minoranza. Abbiamo però una occasione unica e irripetibile per dire no, per fermare tutto questo. Possiamo e dobbiamo utilizzarla dicendo no al referendum promosso da Renzi.
Ve lo chiediamo come socialisti; ma in nome della democrazia liberale. Perchè la democrazia liberale è l’aria che respiriamo. La causa che ci accomuna.
Alberto Benzoni
- ← Precedente
- 1
- …
- 3
- 4