Renzi ricorre a tutte le scorrettezze istituzionali per il timore di perdere il referendum, di Gioacchino Assogna
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E’ scandaloso che un Presidente del Consiglio approfitti della sua carica Istituzionale per mettere in atto iniziative propagandiste al fine di attrarre voti in suo favore.
Lo fa sia per l’invio incredibile di una lettera per sollecitare il voto a suo favore, a tutti gli Italiani all’estero, in concomitanza con l’invio delle schede elettorali per il Referendum del 4 dicembre prossimo e sia per la strumentale iniziativa, smaccatamente anti-europea, di togliere la bandiera dell’Europa a fianco di quella Italiana a Palazzo Chigi per accentuare il polemico distacco da Bruxelles per mandare un messaggio agli euro-scettici in modo da ricavarne il consenso Referendario.
Balza evidente la forte contraddizione politica del bullo fiorentino che qualche settimana fa ha promosso un vertice con Hollande e la Merkel a Ventotene per esaltare il Manifesto di Spinelli e rilanciare l’Europa Unita necessaria per affrontare lo stato di crisi, insieme all’appuntamento della prossima primavera per celebrare i 50 anni della firma degli accordi per l’Europa firmati a Roma.
Oggi è ossessionato dal vantaggio dei NO al Referendum, che potrebbe significare il benservito del suo primo Governo e di un forte segnale ai suoi metodi arroganti certamente sbagliati e incomprensibili per un Presidente del Consiglio.
Sta cavalcando l’Anti-Europeismo becero al pari del Capo di Governo Ungherese Orban, portatore di posizione fasciste, egoiste e nazionaliste anti-storiche.
Renzi non si rende conto che su questa linea è stato lasciato solo in un preoccupane isolamento, considerato che nessun Capo di Governo, compresi quelli di estrazione Socialista, hanno espresso condivisione e sostegno per lo scontro in atto con la Commissione Europea che rivela e conferma la grave inadeguatezza ad un ruolo primario di responsabilità.
Dobbiamo accrescere il nostro impegno per far votare NO al Referendum in modo da sconfiggere la volontà di cancellare il diritto di voto e di scelta dei cittadini per il Senato e le Province, oltre per salvaguardare gli spazi di partecipazione democratica, incredibilmente colpiti da questa schiforma marcata dal trio Renzi-Verdini-Boschi.
Gioacchino Assogna
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