Messaggio per i socialisti per il NO, di Felice Besostri
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Care compagne e cari compagni
non posso essere con voi oggi, se non con il cuore. Dal Gennaio di quest’anno sono le decine di manifestazioni che ho fatto, dai dibattiti pubblici, in particolare i confronti tra esponenti del SI’ e del NO ai seminari di formazione. Un impegno preceduto dal coordinamento di azioni giudiziarie contro la legge elettorale l’ITALIKUM ( lo scrivo con la kappa per sottolineare la sua estraneità ai principi democratici della Costituzione italiana) iniziato nel Novembre 2015. Finora sono stati presentati 23 ricorsi in altrettanti Tribunali e 4 sono già approdati in Corte Costituzionale da Messina a Torino, da Perugia a Trieste, l’ultima in ordine di tempo del 5 ottobre scorso. Una decisione che ho preso coordinando gli avvocati anti-italikum, un centinaio di legali, che in tutta Italia si battono senza onorari per difendere il nostro diritto di votare secondo Costituzione un principio fatto affermare, insieme con gli avvocati Bozzi e Tani con l’annullamento del Porcellum con la famosa sentenza n. 1/2014. Bisognava agire con decisione per impedire che si votasse una volta con una legge incostituzionale, come è avvenuto con il Porcellum per ben 3 volte nel 2006, nel 2008 e nel 2013. Dopo quella sentenza un Presidente della repubblica rispettoso del suo ruolo aveva una sola decisione da prendere invitare le Camere ad approvare un nuova legge elettorale rispettosa dei principi costituzionali e sciogliere le Camere. Invece non solo ha mantenuto in piedi un Parlamento delegittimato, ma addirittura autorizzato ex art. 87 c. 4 Cost. il governo a presentare, formalmente per la prima volta, un disegno di legge costituzionale contro l’insegnamento del grande giurista, uno dei padri della patria, il liberalsocialista Piero Calamandrei: quando si discute di Costituzione i banchi del Governo devono restare vuoti. De Gasperi intervenne una ola volta in Assemblea Costituente , ma parlando dal suo posto di deputato e non come Presidente del Consiglio. Altri tempi.
Questa Costituzione è la nostra la scelta Repubblicana è stata di Pietro Nenni con lo slogan “LA REPUBBLICA O IL CAOS!”. Socialista, Lelio Basso è la mano che ha scritto uno degli articoli più belli della nostra Costituzione la seconda parte dell’art. 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Socialista è stata la più coerente e determinata opposizione alle leggi elettorali maggioritari Matteotti contro la legge Acerbi nel 1923 e Nenni contro la Legge truffa del 1953. Leggi peraltro che prevedevano una percentuale minima per far scattare il premio di maggioranza il 25% la legge Acerbo e addirittura il 50%+ 1 la legge truffa e nessuna soglia di accesso. Matteotti, Turati e Gramsci sono pur entrati in Parlamento, con percentuali inferiori al 4%. Legge elettorale e revisione costituzionale sono strettamente legate benché dal governo lo si voglia negare. Di questo si è reso conto il PSI con l’unico voto unanime del Consiglio Nazionale contro L’Italikum: un voto rapidamente tradito da Nencini e i suoi seguaci. Stiamo facendo un referendum truccato ridotto a spot pubblicitario a reti unificate RAI e Mediaset e grande stampa. Senza la 7, il Fatto Quotidiano e il Manifesto il NO non avrebbe voce , se no quella dei militanti e dei cittadini sul territorio. In questa situazione è stupefacente che nei sondaggi il NO sia sempre avanti.
Ma non dobbiamo stare tranquilli perché applicando il margine di errore dei sondaggi pari al 3% si tratta di una sostanziale parità. Ogni voto in assenza di quorum sarà decisivo e quelli decisivi saranno quelli raccolti uno ad uno dai vostri familiari, amici, vicini, colleghi di lavoro o di studio. Il quesito referendario è distorsivo: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”
Il primo aspetto problematico è legato al testo stesso del quesito, poiché la revisione costituzionale non contiene solo gli argomenti menzionati nel quesito referendario ma anche:
- Modifiche alla elezione del Presidente della Repubblica e Riduzione del suo potere di scioglimento delle Camere
- Modifiche alla elezione dei membri della Corte Costituzionale di nomina parlamentare
- Modifiche in materia referendaria e di partecipazione popolare
- Disposizioni sulle modifiche agli Statuti delle Regioni a Statuto speciale e della Province autonome di Trento e Bolzano
Questi argomenti sembrano più importanti della soppressione del CNEL( uno dei tanti finti risparmi), di cui tra l’altro, in caso di vittoria del sì, l’intero personale resta a carico dello Stato, in quanto trasferito alla Corte dei Conti e i costi di manutenzione dell’immobile già sede del CNEL, di cui non è stata prevista l’alienazione.
Il risparmio sui costi del Senato 54 milioni su 560 milioni di costo non è un risparmio ma il prezzo per averci rubato il diritto di voto: ce lo pagano quanto un caffè all’anno per ogni cittadino elettore, nemmeno quello se consideriamo tutti gli italiani. Il presunto tetto alle indennità dei consiglieri regionali previsti dal nuovo articolo 122 Cost. in Lombardia se parametrato al Sindaco di Milano comporterebbe più del loro raddoppio.
Per far digerire la pillola ci dicono il nuovo senato sarà comunque rappresentativo perché voi eleggete i consigli regionale e questi eleggono i consiglieri reginali senatori CON METODO PROPORZIONALE ( nuovo art. 57 c. 2). Ebbene in 10 regioni e province autonome i senatori sono solo 2, di cui uno sindaco: come i faccia ad eleggere con metodo proporzionale UN SENATORE? O anche 2 in Sardegna e Calabria?
Le garanzie diminuiscono e soprattutto il Presidente della repubblica diventa un ostaggio nelle mani del Presidente della Repubblica: bastano 366 voti per metterlo in stato d’accusa, chi vince alla Camera parte da 340 seggi cui si aggiungo i rappresentanti delle regioni a statuto speciale , che conservano tutti i loro privilegi, che non possono essere diminuiti se non con il loro consenso , mentre le altre compresa la nostra hanno un’autonomia praticamente annullata. Ci sarebbero altre cose da aggiungere contro questa deforma costituzionale, basta usare la parola RIFORMA anche per criticarla. Per noi socialisti la parola RIFORMA è sacra non rubatela per le vostre manovre di controllo politico del Paese. Solo il NO è premessa di cambiamento che pone come primo compito di attuare la Costituzione non di demolirla.
Buon lavoro e sempre AVANTI!
Felice Besostri
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