Area Socialista registra un sensibile arretramento dell’area politica progressista
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Area Socialista sottolinea l’avanzata impetuosa del populismo politico e demagogico a questo primo turno delle elezioni amministrative, in particolare nelle grandi città capoluogo. Esso è apparso assai più convincente di quello esercitato dal ‘Palazzo’. Il primo turno del voto, certamente caratterizzato da un forte astensionismo e dalla peculiarità del voto amministrativo, registra un sensibile arretramento dell’area politica progressista nel suo complesso e ne evidenzia la fragilità quando essa si presenta divisa e frastagliata. La prospettiva del ‘Partito della Nazione’ appare chiaramente indebolita da questo voto, così come, al contrario, le forze che si oppongono al Governo, seppur disomogenee, sono significativamente in aumento, segno di un netto ripiegamento della maggior forza di Governo e del ‘mancato plebiscito’ richiesto, anche in questa occasione, dal premier, che ha monopolizzato il voto amministrativo anticipando il giudizio referendario.
Area socialista ringrazia i compagni candidati aderenti e simpatizzanti per l’impegno profuso in campagna elettorale in diversi schieramenti dell’area del centrosinistra o autonomi. Colpisce il fallimento elettorale delle liste presentate da Nencini in grandi capoluoghi come Roma e Napoli: una gestione personalistica e subalterna al Pd, in particolare negli ultimi tre anni, hanno prodotto lo svuotamento del voto socialista, al quale é necessario far fronte con un’efficace e pronta discontinuità. Facciamo appello anche ai compagni iscritti al Psi, affinché convergano su posizioni autonome di rilancio e di iniziativa dell’area socialista, a partire dal referendum sulla Costituzione e per la promozione di un’Assemblea costituente che ripari allo scellerato disegno di Matteo Renzi. Nella crisi economica e sociale s’ingrossano i movimenti politici demagogici e confusionari: la sinistra riformista, se non riqualifica la propria azione politica, segna il passo. Area socialista é sul terreno per scongiurare che si apra un vuoto politico per l’assenza dell’esperienza della limpida e coerente tradizione del socialismo italiano. Il voto dimostra che l’autosufficienza del Pd risiede solo nel velleitarismo della sua guida, che ne ha rilanciato la necessità nonostante il voto abbia clamorosamente dimostrato il contrario.
Roma, 6 giugno 2016.